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L’AQUILA PER LA VITA Onlus, costituita nel febbraio 2004, con l’obiettivo di sostenere le attività cliniche e di ricerca dell’Unità Operativa di Oncologia Medica di L’Aquila, in particolare per quanto riguarda le terapie di supporto, palliative e le cure domiciliari. Una onlus CHE IDEALMENTE rappresenta le migliaia di volontari che ogni giorno nel nostro paese offrono la loro passione e il loro tempo su tutti i fronti dell’impegno sociale. L’Aquila per la Vita che da 10 anni, tra tante difficoltà e con grande impegno concretamente si impegna per la promozione umana e contro la disperazione di chi è colpita dal male, per i diritti dei malati, per dare supporto alle persone e alle famiglie con disagio, contro l’emarginazione. L’Aquila per la Vita che si colloca con perfetta coerenza nel nostro progetto culturale educativo, perché nel suo intenso agire quotidiano, intreccia alla competenza i temi dei diritti civili e della giustizia sociale, dunque della legalità e dunque in una radicale difesa dell’umano. Per il profondo e sentito impegno per le fasce più deboli a L’ Aquila per la Vita il Premio nazionale “Paolo Borsellino 2014″ per l’impegno sociale.

PIERO NISSIM Scrittore e poeta. Premio De André per la poesia nel 2012. Musicista. Fine interprete della musica popolare e della cultura yiddish. La sua è un’esperienza importante. Da difendere e da sviluppare perché intorno ad essa si ritrovano i principi fondamentali di civiltà, di legalità e di riscatto. I principi della pace. Piero Nissim racconta la vita in musica sottolineandone i valori positivi. Ma è un uomo che ha saputo andare oltre l’ambito musicale precisando, con la sua testimonianza e la sua vita, che fra legalità e illegalità non esiste equidistanza. O si sta da una parte o dall’altra. Per il suo impegno civile nel divulgare i valori positivi della tolleranza, della pace e della legalità; per la sua opera nel mondo culturale, finalizzata a porre le basi di una cultura per la legalità che coinvolga tutti, partendo dai più giovani, nel nome di grandi valori come responsabilità individuale e senso del dovere, a Piero Nissim il Premio Borsellino 2014 per l’impegno civile.

STORIE DI DONNE In Italia la prima causa di morte per le donne non è la malattia, non è un incidente, ma la morte per mano di un marito, di un fidanzato o di un ex compagno. Un fenomeno che negli ultimi anni ha preso il nome di “femminicidio”, una parola che nasconde sofferenza, umiliazione e talvolta vergogna nel denunciare il proprio aguzzino. L’ASSOCIAZIONE PUNTO D e la regista Betta Cianchini hanno voluto portare alla luce proprie queste storie , quelle di “donne morte ammazzate”, con l’intenzione di mantenere viva l’attenzione su questo triste fenomeno. Il format Storie di Donne con il suo teatro di inchiesta e di denuncia scuote le coscienze: con 16 Storie italiane di donne e di uomini. con 16 ambientazioni diverse. con 16 diversi casi con un’unica certezza: la fine è nota. A Storie di Donne e idealmente a quanti hanno il merito di mettere in comunicazione il genio, l’inventiva umana, con il necessario sguardo sul mondo, che spesso invece rimane una distratta incombenza. Per la costante dedizione al progetto storie di donne. Per l’instancabile vena delle autrici/attrici coinvolte. Per l’atteggiamento ironico e grottesco nel trattare le tragedie di cui storie di donne si fa portavoce. Per la semplicità emotiva delle storie, tutte italiane, come in un puzzle al format “Storie di Donne morte ammazzate” il Premio Borsellino 2014 alla cultura. Ritirano il Premio Betta Cianchini e Federica Quaglieri.

TOMMASO NAVARRA. Ambientalista da sempre, con la passione per la Carta Costituzionale e i suoi principi, ha fatto della sua professione uno strumento potente per la tutela del territorio abruzzese. Avvocato di parte civile in centinaia di processi quali i processi per l’inquinamento delle falde del Gran Sasso, per il disastro ambientale di Bussi, per il crollo della discarica La Torre, a tutela dei fiumi e contro la loro cementificazione, a tutela del Parco del Gran Sasso, contro la petrolizzazione del mare Adriatico. Da oltre due decenni è punta di riferimento per la società civile ed il movimento ambientalista abruzzese. Una scelta di vita professionale spesa per la legalità interpretando in senso originale e coraggioso il magistero dell’avvocato. Come dice nei suoi numerosi incontri nelle scuole: “Quando istituzioni e società civile si assumono le proprie responsabilità lo Stato ed il territorio vincono. Sempre!”. Per il suo impegno profuso per una Italia migliore, a Tommaso Navarra il Premio Borsellino 2014 per la legalità e l’impegno civile.

GIORGIO BONGIOVANNI Dopo 10 anni d’impegno e di testimonianza della fede nel mondo nell’anno 2000 inizia a combattere la “Mafia”, come una delle massime espressioni terrene dell’Anticristo. Fonda così la rivista Antimafia 2000 della quale è direttore responsabile. Bongiovanni è un giornalista la cui autorevolezza, unita all’impegno, ne fanno un modello positivo che, con il suo staff, i suoi articoli e la sua rivista ha dimostrato di credere fino in fondo nella funzione sociale e civile di chi racconta e ragiona sui fatti senza celare le verità. E’ uno scrittore che con i suoi libri, come “Gli ultimi giorni di Paolo Borsellino” ci ha detto che solo in una comunità consapevole, capace di raccontarsi con onestà, possa crescere una democrazia sana, una democrazia viva. Da giornalista vero –anche subendo per questo critiche e intimidazioni- lui da anni ha denunciato i loschi intrighi della trattativa stato mafia. Bongiovanni con il suo gruppo ha dimostrato una grande capacità, ormai rara nel panorama giornalistico italiano, quella di riannodare con perizia e pazienza la storia d’Italia dal 19 luglio in poi, partendo dal particolare della strage di via D’Amelio per raggiungere l’apice di alcune delle storie più controverse degli ultimi 20 anni: la trattativa. Così ci ha regalato tante inchieste vere, di un militante che regala al giornalismo velinista una lezione di mestiere e onestà.
A Giovanni Bongiovanni il Premio Borsellino 2014 per il giornalismo.

DINA LAURICELLA è una giornalista palermitana «doc», che rende un tributo ad un genere oggi fuori moda, quello dell’inchiesta che interroga senza reverenze i risvolti nascosti della realtà e i suoi protagonisti, spesso rischiando molto. Anche nel suo libro “Dalla parte sbagliata” nel quale racconta La morte di Paolo Borsellino e i depistaggi di via D’Amelio dimostra di essere una giornalista libera che non accetta le parole troppo spesso imbrigliate, rendendo davvero il giornalismo un servizio per la collettività. Perché l’informazione o è libera o, semplicemente, non è informazione: è propaganda, demagogia. Per la sua forte denuncia del sistema mafioso, degli intrighi della trattativa, per le sue interviste scomode, per il significativo contributo sui temi della legalità e della verità, per la sua passione e l’alto impegno professionale e civile. In generale per la tenacia, la grinta, il rigore con cui prosegue le sue diverse strada
A DINA LAURICELLA il Premio Borsellino 2014 per il giornalismo

PINO SCACCIA È uno degli inviati storici del Tg1 Rai. Ha seguito i più importanti avvenimenti degli ultimi trent’anni. Ha realizzato numerosi reportage in tutto il mondo, occupandosi di mafia e terrorismo. Ha vinto, fra gli altri, il premio cronista dell’anno e il Premio giornalistico televisivo Ilaria Alpi. Scrittore autore di numerosi libri tra cui il suo ultimo “Mafija” Come il nostro amico Enzo Baldoni, premio borsellino nel 2002, che vogliamo ricordare premiandolo, crede che una informazione non asservita, una informazione di leale servizio alla collettività sia nell’etica del giornalismo, e prima ancora del giornalista. Crede nell’importanza di una analisi puntuale, approfondita sulle mafie, le tante forme d’illegalità, sapendo bene che non dovrebbe esserci bisogno di mettere accanto alla parola “informazione” l’aggettivo “libera”. Per i suoi libri e i suoi articoli di denuncia da cui traspare uno straordinario impegno civile, un desiderio di giustizia sociale che si traduce in una coraggiosa e continua sfida al degrado morale sociale. A Pino Scaccia il Premio Borsellino 2014 per il giornalismo.

TIBERIO BENTIVOGLIO è un imprenditore di Reggio Calabria, città che da sempre è stata definita come la capitale della Ndrangheta. Tiberio Bentivoglio è un uomo che ha dimostrato che una imprenditoria sana è possibile. Basta avere la voglia di stare dall’altro lato, basta far prevalere in se stesso il desiderio di essere e soprattutto di restare un uomo libero. Tibero Bentivoglio nonostante gli abbiano sparato e bruciato l’azienda non ha perso ne la voglia di ripartire, ne quella di sostenere che la strada della legalità, è l’unica che ci può rendere fieri e orgogliosi. Tibero Bentivoglio è un uomo che è stato abbandonato . Questo è un pezzo della sua storia, una storia amara, una storia spiacevole. Una storia che non può farci vivere bene pensando che il nostro stato abbandona chi denuncia la mafia, e chi rompe il muro di omertà contro la ‘ndrangheta, resta solo. Noi da qui gridiamo forte a chi ci vuole ascoltare che tra silenzi e lentezze burocratiche si umilia il coraggio di chi denuncia le cosche E consegniamo a Tiberio Bentivoglio il premio Borsellino 2014 per l’impegno civile.

ANDREA MARINO MARESCIALLO DELL’ARMA DEI CARABINIERI in una terra difficile come la Calabria. Uomo della stato schierato apertamente contro le mafie che corrompono la sua terra. Distintosi per coraggio e determinazione professionale, onestà e coraggio è lui l’unico “eroe” della brutta storia dell’inchino della Madonna davanti alla casa del boss di Oppido Mamertina mentre gli oppidesi vivono passivamente ed ammutoliti cruente faide Un gesto che ha lasciato il segno. Senza paura, senza tentennamenti. Non neutro. Non distaccato “adatta a sentire subito la bellezza del fresco profumo di libertà che fa rifiutare il puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità.” premiamo il coraggio e la professionalità che anima il suo agire, per l’impegno e la serietà che esprime nel suo ruolo, svolto con un’immagine di assoluta normalità e sobrietà.
Al Maresciallo Andrea Marino il Premio Borsellino 2014 per la legalità e l’impegno civile.

GIULIA COVELLA punta di diamante del giornalismo anti camorra.
Ascoltando il bisogno della sua collettività che chiede sicurezza, diritti e sente il bisogno di una società fondata sui più alti valori a partire dalla giustizia, svolge da tempo anche un importante ruolo di promozione, prevenzione, sensibilizzazione della realtà napoletana e in modo particolare dei giovani. Nel suo scrivere e denunciare testimonia ancora una volta che per capire e combattere il fenomeno della criminalità organizzata occorra anzitutto rendere conscia la sensibilità collettiva del suo radicamento, della moltitudine delle forme con le quali si manifesta. Questo riconoscimento va a sottolineare l’instancabile attività di una rappresentante del giornalismo che resiste alla camorra, che da tempo, e senza posa, porta avanti un grande lavoro per l’affermazione della legalità. Per il grande impegno profuso nella promozione dei valori della legalità. Per aver resistito alla prepotenza della camorra che crede di poter travolgere tutto e tutti sempre su postazioni di prima linea pur consapevole dei grandi rischi.
A Giuliana Covella il Premio Borsellino 2014 per il giornalismo.

RENATO FRANCO NATALE È il primo Sindaco di Casal di Principe ad aver posto come priorità assoluta la trasparenza e la lotta alla camorra nella terra dei Casalesi, così come ha scritto Roberto Saviano in Gomorra. La sua prima gestione politica è stata brevissima, spezzata poco dopo l’uccisione del parroco ed amico Don Giuseppe Diana, oggi simbolo dell’anticamorra. Dal 9 giugno di quest’anno è tornato a lavorare con coraggio nella terra dei fuochi, nei territori in cui la giustizia è pesantemente minacciata. Renato Natale è un sindaco che interpreta il suo ruolo ponendo la mobilitazione dei cittadini al centro del suo impegno . Come don Giuseppe Diana la sua è una vita spesa per la giustizia nella convinzione che gli strumenti della denuncia e dell’annuncio si concretizzino nella capacità di produrre nuova coscienza nel segno della giustizia, della solidarietà, dei valori etici e civili. A Renato Franco Natale il Premio Borsellino 2014 per la legalità.

LEA SAVONA Sindaco di Corleone -città di Riina, Provenzano e Bagarella- capitale mondiale di Cosa Nostra. Sindaco coraggioso, testimone di un modo diverso di governare questa realtà consegnando la città ai familiari delle vittime della mafia, intitolando loro le strade della città e chiede loro perdono. Più volte minacciata, Vincitrice del “Premio Livatino” 2014 con il suo impegno concreto nella società, con la forza delle sue idee porta sempre avanti in suo impegno di giustizia, a qualsiasi costo, per costruire un futuro migliore. Per tutti. Pensando a lei ci piace ricordare una frase del giudice Livatino «Alla fine della vita non ci sarà chiesto se siamo stati credenti ma se siamo stati credibili».
A Lea Savona il Premio Borsellino 2014 per la legalità.

ROBERTO TARTAGLIA giovane sostituto Procuratore antimafia a Palermo. Napoletano. Ultimo arrivato, il più giovane del pool antimafia che sostiene l’accusa nel processo sulla “trattativa” Cioè tra quei pezzi deviati dello stato che noi ci rifiutiamo di chiamare stato e i boss mafiosi che ordinarono le stragi di capaci e via d’amelio. Giovane magistrato ma già vittima di pesanti minacce. Impegnato in alcune tra le più delicate indagini sulle cosche mafiose ci piace indicarlo come testimone positivo per i nostri giovani, come un eroe dei nostri tempi. Per aver resistito alle giuste e umane paure e , con la tenacia contribuito ogni giorno concretamente alla costruzione di una società più giusta , che non accetta trattative con il malaffare, necessariamente fondata sulla legalità e sulla fiducia nelle istituzioni.
Ispirandosi agli stessi principi e agli stessi valori che hanno animato la vita di Paolo Borsellino al Dott. Roberto Tartaglia il Premio nazionale Paolo Borsellino 2014.

FRANCESCO DEL BENE Da dieci anni sostituto procuratore della direzione antimafia di Palermo ha coordinato inchieste tra le più delicate A lui si deve la cattura di numerosi boss superlatitanti come Giuffrè, Raccuglia e Lo Piccolo. Attualmente è impegnato a sostenere l’accusa nel processo sulla “trattativa”. Giovane ma già con la lunga esperienza di una vita trascorsa a combattere le cosche e la criminalità attraverso il duro lavoro negli scomodi Palazzi di Giustizia che furono di Falcone e Borsellino. Scomodi oggi come 25 anni fa.
Con uno straordinario sacrificio personale, pagando un prezzo altissimo per il suo impegno in difesa e per la promozione dei valori della legalità. Il suo è anche il nostro concetto di legalità. Una legalità vera, quella che sta dentro il nome di Paolo Borsellino: non il vuoto legalismo dei benpensanti, il securitarismo che aggredisce i lavavetri ma è connivente con l’illegalità diffusa, condanna i disperati ma chiude gli occhi davanti alle truffe dei potenti e rimane silente e dunque complice davanti alle trattative di Stato.
Ispirandosi agli stessi principi e agli stessi valori che hanno animato la vita di Paolo Borsellino al Dott. Francesco Del Bene il Premio nazionale Paolo Borsellino 2014.