Per trasmettere ai giovani la cultura della legalità è necessario un percorso formativo e informativo. Ma è molto utile allo scopo l’esempio e la testimonianza diretta di “personaggi simbolo” che hanno fatto della legalità e dell’impegno sociale il proprio spirito guida. Il premio vuole rendere partecipi delle esperienze vissute in prima persona da cittadini italiani che si sono distinti proprio nel rispetto e nella difesa della legalità e dell’impegno sociale e civile per una società migliore, più giusta per tutti. Perché, come ricordava Paolo Borsellino, “La lotta alla mafia, non deve essere soltanto una distaccata opera di repressione, ma un movimento culturale e morale che coinvolga tutti e specialmente le giovani generazioni, le più adatte a sentire subito la bellezza del fresco profumo di libertà, che fa rifiutare il puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità”.
ILARIA CUCCHI
Il Premio Borsellino nasce nel 1992 per dare un giusto riconoscimento a coloro che, per la loro attività, si sono distinti nel campo della legalità, della cultura, del giornalismo, dell’impegno sociale e dei diritti umani. In un mondo in cui il profitto sembra essere lo scopo ultimo di ogni azione, bisogna sostenere chi lotta veramente, sacrificando spesso gran parte della propria esistenza per aiutare il prossimo.
Vogliamo dare un giusto riconoscimento a chi lotta per la difesa dei più deboli, ma anche dibattere su come possano essere tutelati meglio questi diritti che, anche in Italia, sono spesso violati. Ilaria Cucchi, vittima di sopruso dello Stato, che ha visto suo fratello Stefano ucciso dalla Stato che avrebbe dovuto difenderlo, con il suo impegno ha prodotto una forte reazione e presa di coscienza dell’opinione pubblica, sull’ingerenza nella vita pubblica dei poteri forti sulle note vicende di un omicidio cui sono seguite menzogne, depistaggi, collusioni da parte di pezzi deviati dello Stato. E poi assoluzioni. Proprio come nella vicenda di Paolo Borsellino. Ilaria Cucchi con il suo grande impegno civile e sociale è stata la prima a denunciare l’omicidio con grande coraggio arrivando a mostrare le foto del cadavere del fratello martoriato dai segni di pestaggio e maltrattamenti, mentre si trovava nelle mani di un Stato. Per il suo impegno generoso Ilaria suo malgrado è diventata il punto di riferimento per tante persone che, come lei, si battono affinchè le proprie storie tragiche di diritti negati escano dalla sfera strettamente personale per trasmettere a tutti la forza necessaria a chiedere sempre la verità e a riuscire ad ottenerla.
A Ilaria Cucchi il Premio Borsellino 2015 per l’impegno civile.
FAUSTO CARDELLA
Magistrato siciliano è una delle toghe più apprezzate in Italia. Dopo via d’Amelio ha indagato sulle stragi del ’92 e –con altri magistrati- ha arrestato gli assassini di Giovanni Falcone. Dal 2012 è procuratore capo della Repubblica dell’Aquila e della Direzione distrettuale antimafia abruzzese.
La sua è una vita spesa per la giustizia. Conduce una lotta quotidiana e nobile contro l’infiltrazione delle mafie nella nostra regione, contro la corruttela diffusa e il silenzio complice. Con il suo impegno concreto nella società, con la forza delle idee per portare sempre avanti in suo impegno di giustizia, per costruire un futuro migliore. Per tutti. I suoi successi operativi susseguitisi ed il suo impegno danno concretezza alle speranze di legalità, di sviluppo e di convivenza degli uomini onesti che guardano alle istituzioni con fiducia. Ispirandosi agli stessi valori che hanno animato la vita di Paolo Borsellino, al Dott. Fausto Cardella il Premio Nazionale Paolo Borsellino 2015 per la legalità.
SALVATORE DOLCE
Sostituto procuratore generale di Catanzaro nell’aprile del 2015 è stato eletto alla Procura nazionale antimafia. Lavora con coraggio nei territori in cui la giustizia è pesantemente minacciata dalla ndrangheta. Con uno straordinario sacrificio personale, pagando un prezzo altissimo per il suo impegno in difesa e per la promozione dei valori della legalità.
Per aver resistito alle giuste e umane paure e, con la tenacia sua e dei suoi collaboratori, contribuito ogni giorno concretamente alla costruzione di una società più giusta necessariamente fondata sulla legalità e sulla fiducia nelle istituzioni.
A Salvatore Dolce il Premio Borsellino 2015 per la legalità.
GIOVANDOMENICO LEPORE
Procuratore capo di Napoli fino al 2011. E’ stato il “segugio dei boss” camorristi coordinando con professionalità e successi indiscutibili il pool di magistrati contro la camorra e casalesi. Sotto la sua guida non solo si è articolata la strategia che ha stroncato i casalesi e ha domato la faida di Scampia. Ma sono aue anche le inchieste su Calciopoli, P4, fino a quelle sull’emergenza rifiuti e la terra dei fuochi. Una vita trascorsa a combattere le cosche camorristiche e la criminalità economica e politica attraverso il lavoro duro negli scomodi Palazzi di Giustizia. Nella sua vita come nel suo ultimo libro, con la sua testimonianza denunciaa che fra legalità e illegalità non esiste equidistanza. O si sta da una parte o dall’altra. Per il suo impegno civile nel divulgare i valori positivi della legalità nel nome di grandi valori come responsabilità individuale e senso del dovere
A Giovandomenico Lepore il Premio Nazionale Paolo Borsellino 2015 per la legalità.
FRANCESCO LO VOI
Procuratore della Repubblica di Palermo. Dal 1990 è stato Sostituto Procuratore a Palermo, entrando a far parte della Direzione Antimafia fin dalla sua costituzione e lavorando sia con Giovanni Falcone che con Paolo Borsellino.
Consapevole dei grandi sacrifici che comporta una lotta così dura, a rischio della sua vita dalla testimonianza di Falcone e Borsellino ha ereditato il suo impegno, credendo –da magistrato- che per capire e combattere il fenomeno della criminalità organizzata occorra anzitutto rendere conscia la sensibilità collettiva del suo radicamento, della moltitudine delle forme con le quali si manifesta e si insinua nelle realtà locali, grazie alle quali riesce ad assumere quella portata nazionale.
Per la sua lotta per una nazione più giusta, più libera, più civile, più bella condotta ispirandosi agli stessi principi e agli stessi valori che hanno animato la vita di Paolo Borsellino. Per aver raccolto e dato continuità alla diffusione della cultura della legalità, attivata daPaolo Borsellino e Giovanni Falcone
A Francesco Lo Voi il Premio Paolo Borsellino 2015 per la legalità.
VINCENZO CICONTE
è considerato da molti il massimo esperto delle dinamiche delle grandi associazioni mafiose. Docente di storia della criminalità organizzata in numerose facoltà italiane tra cui roma, l’Aquila e Pavia, ha realizzato numerosi studi relativi al meccanismo di penetrazione delle mafie, ai rapporti tra criminalità mafiosa e locale e alle attività mafiose nei nuovi territori. Autore di numerosi libri di successo Premiando Vincenzo Ciconte vogliamo ricordare la signora Agnese Borsellino che nel Premio 2010 ci scrisse “Io sono arrabbiata, la mancanza di verità e giustizia mi indigna. E ancora di più mi indigna vedere che questo stato di cose venga accettato come fosse normale. Non è un paese normale quello che non ha verità e giustizia.” Vincenzo Ciconte è un uomo che studia, lavora e si batte per il risveglio delle coscienze. Contro l’atteggiamento mafioso del voltarsi dall’altra parte. La sua figura rappresenta per tutti noi un invito all’impegno civile. non si tratta di essere eroi, ma di avere contezza, di approfondire, di indignarsi e agire nel nostro piccolo. Quale illustre storico del nostro tempo, per come ha saputo ricercare le radici più profonde del crimine e del malessere sociale, con l’unico scopo di farci credere nella forza della giustizia e di svegliare le coscienze per poter respirare il fresco profumo di liberta a Vincenzo Ciconte il Premio Borsellino per l’impegno civile 2015.
ARNALDO CAPEZZUTO
Giornalista la cui autorevolezza, unita all’impegno, ne fanno un modello positivo. Giornalista che con i suoi articoli ispirati alla lezione di Pippo Fava ha dimostrato di credere fino in fondo nella funzione sociale e civile di chi racconta e ragiona sui fatti. Uno scrittore che con i articoli che tengono viva la memoria de “I Siciliani” ci ha detto che solo una comunità consapevole, capace di raccontarsi con onestà, sia in una democrazia sana, una democrazia viva. Da giornalista, subendo per questo pesanti intimidazioni, lui sa e denuncia che mai come in questi anni l’informazione corre il rischio di essere soffocata o asservita. Capezzuto è un giornalista senza paura, uno che fa i nomi, non si nasconde, crea curiosità nel lettore, l’invita a non credere alle verità di comodo dettate da media compiacenti ma di entrare nel merito e nella profondità delle cose. Nel libro “Il Casalese” ci ha regalato un’inchiesta vera, di un militante che regala al giornalismo velinista una lezione di mestiere e onestà. Ad Arnaldo Capezzuto il Premio Borsellino 2015 per il giornalismo.
NELLO TROCCHIA
Giornalista, scrittore di numerosi libri come “La Peste” e “Roma come Napoli” che rendono un tributo ad un genere oggi fuori moda, quello dell’inchiesta che interroga senza reverenze i risvolti nascosti della realtà e i suoi protagonisti, spesso rischiando molto. Non accetta le parole troppo spesso imbrigliate, le penne opportunamente spuntate, rendendo davvero il giornalismo un servizio per la collettività. La sua è una penna e una vove appassionata come è la vita di tutte le persone che s’impegnano per la giustizia. Per la sua denuncia del sistema criminale di gestione dei rifiuti in gran parte d’Italia, per il significativo contributo sui temi della legalità e della verità, per la sua passione e l’alto impegno professionale e civile. Per aver dimostrato che è possibile un’informazione libera, critica e costruttiva. In generale per la tenacia, la grinta, il rigore con cui prosegue le sue diverse strada. A Nello Trocchia il Premio Borsellino 2015 per il giornalismo.
FABRIZIO FEO
Giornalista di razza e autore di libri inchiesta. Come il nostro amico Jo Marrazzo, che vogliamo ricordare premiandolo, crede che una informazione non asservita, una informazione di leale servizio alla collettività sia nell’etica del giornalismo, e prima ancora del giornalista. Crede nell’importanza di una analisi puntuale, approfondita sulle mafie, la corruzione, le tante forme d’illegalità, sapendo bene che non dovrebbe esserci bisogno di mettere accanto alla parola “informazione” l’aggettivo “libera”. Perché l’informazione o è libera o, semplicemente, non è informazione. Per i suoi libri e i suoi articoli di denuncia da cui traspare uno straordinario impegno civile, un desiderio di giustizia sociale che si traduce in una coraggiosa e continua sfida al degrado sociale. A Fabrizio Feo il Premio Borsellino 2015 per il giornalismo.
DOMENICO IANNACONE
Il suo nome ed il suo volto è legato in modo inscindibile a trasmissioni Rai come Ballarò, W l’Italia, Presadiretta. Vince tre volte il Premio Ilaria Alpi nella sezione “miglior reportage italiano” . Nel 2013 con I dieci comandamenti, su Rai 3, si cimenta per la prima volta nella conduzione. Con il programma vince altre due volte il Premio Alpi. Sempre con I dieci comandamenti ha vinto il premio come “migliore tv d’autore dell’anno”. Il suo è anche il nostro concetto di giornalismo e di legalità. Una legalità vera, quella che sta dentro il nome di Paolo Borsellino: non il vuoto legalismo dei benpensanti, il securitarismo che aggredisce i lavavetri ma è connivente con l’illegalità diffusa della politica e rimane silente e dunque complice davanti ai furti di Stato. Interpretando il bisogno della collettività che chiede diritti e sente il bisogno di una società fondata sui più alti valori. Ispirandosi agli stessi principi che hanno animato la vita di Paolo Borsellino
a Domenico Iannacomìne il Premio Paolo Borsellino 2015 per il giornalismo.
MICHELE ALBANESE
Giornalista calabrese del Quotidiano del Sud dopo pesanti minacce vive sotto scorta per aver scritto su storie ed affiliati di alcune cosche di ‘ndrangheta e raccontato il volto buio della Calabria. Ascoltando il bisogno della sua collettività che chiede sicurezza e diritti, che sente il bisogno di una società fondata sui più alti valori a partire dalla giustizia, svolge da tempo un importante ruolo di sensibilizzazione della realtà calabrese. Questo riconoscimento va a sottolineare l’instancabile attività di un rappresentante del giornalismo che resiste alla mafia, che da tempo e senza posa porta avanti un grande lavoro per l’affermazione della legalità. Per il grande impegno profuso nella promozione dei valori della legalità. Per aver resistito alla prepotenza della mafia ndranghetista che crede di poter travolgere tutto e tutti pur avendo conosciuto la crudeltà della violenza mafiosa sempre su postazioni di prima linea pur consapevole dei grandi rischi.
A Michele Albanese il Premio Borsellino 2015 per il giornalismo.
ROSSANO ERCOLINI
Presidente dell’associazione Zero Waste Europe, per la diffusione della strategia Rifiuti Zero. Vincitore del prestigioso premio ambientale Goldman Environmental Prize 2013 noto come il nobel per l’ambiente. Un Premio importante, per il suo progetto importante, e per la sua vita alla ricerca di alternative possibili all’attuale sistema di gestione e smaltimento dei rifiuti . La sua è un’esperienza importante da promuovere, da difendere e da sviluppare perché intorno ad essa si ritrovano i principi fondamentali di civiltà e di legalità. E anche di riscatto in quelle regioni che vivono sotto il vassallaggio camorristico. Rossano Ercolini è un uomo che ha saputo andare oltre l’ambito dell’impegno civile precisando con la sua testimonianza e la sua vita che fra impegno e indifferenza non esiste il pareggio. O si sta da una parte o dall’altra. Per il suo impegno civile e per la sua opera negli incontri educativi, finalizzata a porre le basi di una cultura di rispetto della natura e dell’uomo che coinvolga tutti, partendo dai più giovani, nel nome di grandi valori a Rossano Ercolini il Premio Borsellino 2015 per l’impegno civile.
DON PINO DE MASI
Vicario Generale della Diocesi di Oppido e Palmi e referente di Libera per la Piana di Gioia Tauro. Lavora con coraggio nei territori in cui la giustizia è pesantemente minacciata dalla ndrangheta. Come don Giuseppe Diana la sua è una vita spesa per la giustizia nella convinzione che gli strumenti della denuncia e dell’annuncio si concretizzino nella capacità di produrre nuove coscienze nel segno della giustizia, della solidarietà, dei valori etici e civili. Don Pino è un parroco che interpreta il messaggio di Cristo e la mobilitazione della chiesa, verso l’impegno sociale e contro le organizzazioni criminali. Con suo impegno concreto nella società, porta avanti il suo impegno di giustizia, a qualsiasi costo, per costruire un futuro migliore. Per tutti. I suoi successi operativi nella gestione dei beni confiscati danno concretezza alle speranze di legalità, di sviluppo e di convivenza degli uomini onesti del sud che guardano alle istituzioni con fiducia.
A Don Pino De Masi il Premio Borsellino 2015 per l’impegno civile e sociale.
DONATELLA D’AMICO
dirigente scolastico del liceo classico “G.’Annunzio” di Pescara”. Una scelta di vita spesa per l’educazione dei giovani interpretando in senso compiuto il magisterium in un momento storico di profondo scollamento della società in cui diventa ancora più importante riscoprire il senso profondo del termine “educazione”. Ci piace dire che la professoressa D’Amico è una donna che organizza il futuro. Consapevole che quando istituzioni e società civile si assumono le proprie responsabilità lo Stato vince. Pensando a lei ci piace ricordare una frase del giudice Livatino «Alla fine della vita non ci sarà chiesto se siamo stati credenti ma se siamo stati credibili». Per l’impegno profuso per una Italia migliore a Donatella D’Amico il Premio Borsellino 2015 per l’educazione alla legalità e l’impegno civile.
ANNA DI CARLO
E’ qui come volontaria FIDAS l’associazione che promuove il solidarismo, l’altruismo e la responsabilità, sensibilizzando la società civile al dono del sangue. Impegnata da molti anni nelle organizzazioni di utilità sociale e qui in rappresentanza delle migliaia di volontari che ogni giorno nel nostro paese offrono la loro passione, il loro impegno, il loro amore e il loro tempo su tutti i fronti dell’impegno sociale .
Ed è qui per rappresentare la “FIDAS” di cui è Presidente a Pescara ma qui rappresenta le migliaia di donne che si impegnano per la promozione umana contro la povertà, per i diritti degli ultimi, per dare supporto alle persone con disagio, per i malati. E’ una volontaria che si colloca con perfetta coerenza nel nostro progetto culturale educativo.
Ad Anna Di Carlo il Premio Paolo Borsellino 2015 per l’impegno sociale.
TONY GENTILE
Il suo obiettivo ha catturato l’immagine diventata la foto simbolo dell’antimafia e simbolo di questo Premio: forse la foto più famosa al mondo, quella di Falcone e Borsellino che si guardano e sorridono. Con le sue foto e i suoi servizi di inchiesta scuote le coscienze. Di certo scuote gli animi dei benpensanti dalla vita ovattata. Il premio per la prima volta ad un fotografo perché le mafie si colpiscono e si battono in mille modi. Tony Gentile riceve il premio per il suo impegno civile nel campo culturale che è stato già stato assegnato tra li altri a Giorgio Gaber, Enzo Iannacci, Fabrizio De Andrè, Dario Fo, Franca Rame, Francesca Comencini, Marco Bellocchio, Mario Monicelli.
Oggi a Tony Gentile e idealmente a quanti hanno il merito di mettere in comunicazione il genio, l’inventiva umana, con il necessario sguardo sul mondo, che spesso invece rimane, per gli artisti una distratta incombenza.
A Tony Gentile il Premio Borsellino 2015 per la cultura.